La chiesa e il convento furono eretti per volere della baronessa Filippa di Cosenza.
La chiesa e il convento furono eretti per volere della baronessa Filippa di Cosenza nel 1344. L'originaria costruzione romanica fu inglobata in un grande complesso barocco progettato dai padri Celestini nel XVII secolo. Il convento fu poi abbattuto per dare vita all'istituto scolastico elementare intitolato a Edmondo De Amicis.
Uniche testimonianze rimaste del convento abbattuto sono costituite dal raffinatissimo balcone, ricostruito nel giardino dello stesso, e le statue disseminate nei giardini di vari palazzi privati.
Il palinsesto barocco, addossato alla facciata trecentesca, è impostato su due piani, tripartiti verticalmente da paraste corinzie. L'uso del carparo locale e della pietra bianca di Lecce è di grande effetto scenografico, accentuato dal gioco chiaroscurale creato da nicchie e finestre. L'elegante portale ha un timpano trangolare, con pinnacoli a braciere, sormontato da un grande stemma scolpito. Ai lati del portale due nicchie ospitano statue, purtroppo acefale. La parte superiore è ornata da un drappo scolpito con scritta testimoniale, affiancato da due finestroni. Il fastigio è costituito da un timpano traingolare aperto per contenere una cimasa non più esistente e sostituita da una croce ferrea.
L'interno, con volta a crociera poggiante su colonne e lesene corinzie, è a navata unica. Una cupola interrompe la volta all'incrocio col transetto che ospita due altari; una seconda cupola copre uno spazio di linee rinascimentali, che sostituì il catino absidale trecentesco.
Spogliata da ogni arredo sacro e priva dell'altare maggiore che la divide in due, la chiesa è attualmente adibita ad Auditorium. Dei restauri hanno messo in luce interessanti elementi della chiesa romanica: all'interno, la luce di un grande rosone, archi e resti di affreschi; all'esterno, eleganti monofore trilobate. Interessante si rileva anche la visita della sagrestia maggiore, dall'ariosa volta lunettata, dove si possono ammirare alcune statue barocche.