All'interno si conservano le reliquie del Beato Francesco da Durazzo ed una Pietà litica che era conservata nella chiesetta rupestre della Madonna di Gallana
Nel 1219 il Serafico d'Assisi, di ritorno dall'Oriente, si fermò ad Oria, dove gli fu donata una chiesetta basiliana fuori Porta Brindisi, sotto il titolo di S. Maria di Costantinopoli, con l'attiguo terreno. Ebbe così origine uno dei più antichi conventi francescani di Puglia. Già famoso per l'intervento diretto del Santo, che di sua mano vi aveva piantato un albero di arancio vicino ad un pozzo.
La chiesa, meta di pellegrinaggi, era divenuta orami troppo piccola, per cui nel 1437, il principe Giovanni Antonio Orsini - Del Balzo la fece ricostruire, più grande, per devozione verso il Beato. L'ultima costruzione, del 1774, inglobò la chiesa quattrocentesca e ne mutà l'orientamento da Ovest a Sud.
La facciata baroccheggiante, con la aprte centrale avanzata e tripartita da due ordini sovrapposti di paraste, è mancante di cimasa, crollata per il ciclone del 1897. Le parti laterali, ad un solo ordine, si collegano al corpo centrale con stretti raccordi a voluta, affiancati da due statue, di cui ne rimane solo una. Inglobata nella parete sinistra è visibile la facciata quattrocentesca della chiesa orsiniana, dalle chiare linee rinascimentali, leggibili nella trabeazione terminale e nella eleganza decorativa della nicchia centrale.
L'interno a croce latina, ha lo spazio parietale scandito da snelle lesene con semicapitelli di stile composito, alternate a quattro cappelle. La navata unica, con volta a crociere, è sormontata, nell'incrocio col transetto, da una cupola senza tamburo. Niente rimane delle decorazioni e degli altari originari né degli arredi lignei settecenteschi, poco del patrimonio pittorico.