Proverbi e lessico dialettale

PROVERBI

1. A Santi e carosi nnò prumettiri li cosi - A Santi e giovanni donne non fare promesse: Chi fa delle promesse ai Santi ed alle giovanni donne potrebbe trovarsi in condizioni di non poterle mantenere.

2. A ci bbusca e dai maradisu vai - A chi riceve e dona in paradiso va: Comportamento di persona buona che può attendersi del bene.

3. A ci camina lecca e a ci stati a casa secca - Chi cammina lecca e chi sta a casa secca: Chi va in giro trova da mangiare, chi resta a casa soffre la fame.

4. A ci spiranza stai allu spitali mori - A chi spera negli altri muore all'ospedale: Capita a coloro che non hamno alcuna iniziativa.

5. A ci si cuntenta goti e a ci nnò si cuntenta scatta - Chi si accontenta gode a chi non si accontenta scatta: Per stare bene nella vita bisogna accontentarsi di ciò che si ha altrimenti si va incontro alla disperazione.

6. A ci teni fili e zinzuli cu nnò vascia a pirdunanzi - A chi ha figli e cenci non vada peregrinando in giro: Chi ha figli piccoli e miseria è meglio che se ne sta a casa per non dare fastidio agli altri e fare brutta figura.

7. A ci teni lu cuntanti zzappa e puta ti li santi - A chi possiede il contante zappa e pota anche il giorno che ricorre la festività di tutti i Santi: Con i soldi in contanti si fa ciò che si vuole.

8. Cielu a picuredda acqua a campanedda - Cielo a pecorella acqua a campanella: Quando in cielo si formano nuvole che sembrano pecorelle viene a piovere.

9. Ddò rriamu mpizzamu lu zzippu - Dove arriviamo piantiamo il fuscello: Quando si ritiene che non si può portare a termine un lavoro.

10. Fattala cu li megghiu di tei e fanni li spesi - Fattela con quelli migliori di te e fanne le spese: Farsela con persone migliori si guadagna in prestigio anche se dovesse comportare qualche sacrificio.

11. Fa bbeni e scorditi, fa mmali e piesici - Fai bene e scordati, fai male e pensaci: Chi fa del bene riceve altro bene, chi fa del male deve temere altro male.

12. Lu ciucciu porta la pagghia e iddu stesso si la scagghia - L'asino porta la paglia e lui stesso se la mangia: Colui che mangia da solo il suo prodotto.

13. Li chiacchiri fannu quattro e li maccarruni enchiunu la ventri - Le chiacchiere fanno quattro ed i maccheroni riempiono la pancia: Nella vita contano i fatti e non le chiacchiere.

14. Lu saziu nnò creti lu ddasciunu - Il sazio non crede solui che sta a digiuno: Si riferisce all'incomprensione del benestante verso chi non ha nulla.

15. Li uai sontu ti ci li teni - I guai sono di chi li ha: Raccontare in giro i propri guari non serve a nulla.

16. Lu figghiu mutu la mamma lu capesci - Il figlio muto la mamma lo capisce: La mamma comprende il figlio pure se non parla.

17. Lu troppu stroppia - Il troppo storpia: L'esagerazione non va bene per tutte le cose.

18. Munti cu munti nnò s'incontrarunu mai - Monti con monti non si incontrano mai: Si dice quando si riceve un male da qualcuno al quale si può dare l'occasione per ricambiarlo.

19. Nienti pi nienti nisciunu faci nienti - Niente per niente nessuno fa niente: Sono poche le persone che fanno qualcosa per il prossimo senza un tornaconto.

20.Nnnò fa mali ca è piccatu, nnò fa bbeni ca è minatu - Non fare male che è peccato, non fare bene che è buttato: E' vero che facendo male si infrangono i comandamenti di Dio, ma è anche vero che il bene che si fa spesso non viene apprezzato.

21. Piriddu e piriddu ognituno pensa pi iddu - Pirillo e pirillo ognuno pensa per se: Nelle ristrettezze economiche e nelle calamità ognuno pensa per se.

22. Parla come t'è fattu mammata - Parla come ti ha insegnato tua madre: Di coloro che, per darsi delle arie, sgrammaticano la lingua italiana.

23. Quannu lu tiavulu ti ncarizza l'anima voli - Quando il diavolo ti accarezza l'anima vuole: Di quelle persone che si mostrano premurose per ottenere qualcosa.

24. Quannu spruscia nnò conta - Quando slitta non conta: Un'azione che non produce l'evento desiderato.

25. Stipa zampogna pi quannu bbisogna - Conserva la zampogna per quando serve: Chi ha una offesa da ricambiare lo faccia al momento opportuno.

26. Saluti senza canistru nnò li ricevi mancu Cristu - I saluti senza canestro non li riceve neppure Cristo: I saluti per essere più graditi vanno accompagnati da un regalo.

27. Si ricorda li vigni alla chiazza - Si ricorda le vigne in piazza: Di cosa molto vecchia.

28. Ti vesciu e ti chiangu - Ti vedo e ti piango: Di colui che sta per avventurarsi senza alcuna meta.

29. Zittu tu ca nnò puerti posci - Zitto tu che non hai tasche: Ammonimento scherzoso che si fa ai bambini o a persone incompetenti quando cercano di intromettersi in una discussione.

30. Li ierti so' pi ccogghiri li fichi, li vascia so' pi fa li belli ziti - Gli alti sono buoni per raccogliere i fichi, i basse sono buoni per fare i belli innamorati: Lo diceva il giovane basso di statura sia per dire mai dei giovani alti, sia per far credere che quelli bassi erano migliori in amore.

LESSICO DIALETTALE

1. Apponta: avverbio al limite, dove termina una cosa.

2. Arretu: avverbio un'altra volta, di nuovo.

3. Brufico: caprifico, varietà spontanea di fico con infiorescenza formata da fiori femminili e maschili, detto anche fico selvatico.

4. Cafurchio: cavità a mo' di nascondiglio.

5. Canifatula: donna imbambolata, intontita.

6. Capotucu: testardo, che fa sempre di testa sua.

7. Caurtari: fare buchi.

8. Chitru: ghiaccio.

9. Cretu: dietro

10. Cuezzu: bernoccolo, nodo o nocchio sporgente su di una superficie.

11. Cutulari: vacillare, oscillare.

12. Dimmurari: tardare, differire o ritardare un'azione rispetto al termine previsto.

13. Faugna: afa, aria grave e calda che toglie il respiro.

14. Firsòla: pentola a forma di caldaia in rame rossa.

15. Frauma: mio fratello.

16. Garzali: schiaffone dato sulla regione mandibolare.

17. Ggimintare: insultare, provocare al cimento.

18. Iddu: egli, lui.

19. Jastimari: bestemmiare, imprecare.

20. Llanàto: colui che mangia con avidità i ingordigia.

21. Malangàri: criticare in senso negativo.

22. Masculu: maschio.

23. Matrèa: matrigna.

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