Federico II di Svevia (Iesi 1194, Castelfiorentino 1250), figlio di Enrico IV di Svevia e di Costanza d'Altavilla, rimasto orfano in tenera età di entrambi i genitori, che lo lasciarono erede della corona regia dei Normanni, fu una personalità d'eccezione e ancora oggi è oggetto di approfonditi studi.
Colto, abile, valoroso - ma anche estremamente deciso - fu tenace assertore della supremazia dell'Impero contro i riottosi Baroni e i turbolenti Comuni. Fu anche strenuo difensore dell'autonomia imperiale di fronte alla politica dei Papi.
In Puglia fece edificare alcuni tra i suoi imponenti manieri, tra i quali - oltre a quello di Castel Del Monte - spicca quello di Oria che divenne sua dimora in attesa della nozze con Isabella di Brienne, avvenute nel novembre del 1225 periodo in cui Federico II avrebbe dimorato nell'"antica e fidatissima cittade d'Orea".
Per prima cosa Federico II si dedicò alla grandiosa opera di consolidamento del proprio stato. Nel 1231 emanò una raccolta di leggi, le "Costituzioni di Melfi", elaborate dal giurista e scrittore Pier delle Vigne: il sovrano deteneva nelle proprie mani il potere legislativo, giudiziario ed esecutivo e li esercitava non più tramite i feudatari bensì in prima persona, per mezzo di funzionari da lui stesso nominati e stipendiati.
Sistemato il regno di Sicilia, Federico II volle riaffermare i diritti imperiali sui comuni italiani, operazione già tentata in passato dal nonno Barbarossa; per questo, nell'anno stesso delle Costituzioni di Melfi, convocò a Ravenna una Dieta; i Comuni Padani rinnovarono la Lega Lombarda e la Lega di San Zenone ma, nel 1237, furono sconfitti a Cortenuova, presso Brescia. Il Papa Gregorio IX, per timore che Federico volesse impadronirsi di Roma a fare di essa la capitale dell'Impero, lo scomunicò nel 1239 e indisse un concilio per deporlo; l'imperatore, però, con una spregiudicatezza che non si era mai vista in un sovrano cristiano, presso l'isola del Giglio fece catturare dai pisani le navi su cui viaggiavano i prelati, e il Concilio dovette per questo essere annullato (1241).
Il nuovo papa, Innocenzo IV (1243-54), salito al soglio dopo la breve parentesi di Celestina IV, convocò un altro Concilio a Lione (1243): la scomunica fu rinnovata e Federico deposto. Della situazione approfittò subito la Germania per eleggere un altro re (dapprima Enrico di Turingia, poi Guglielmo conte d'Olanda), mentre i Comuni italiani riprendevano vigore. Nel 1248 Federico II fu sconfitto vicino a Parma e nel 1249 suo figlio Enzo fu vinto dai bolognesi a Fossalta e rinchiuso in prigione (dove morì molti anni dopo, nel 1272). Ormai politicamente isolato, Federico II morì in Puglia nel 1250.