Numerose sono le testimonianze di varie epoche venute alla luce grazie ad alcune campagne di scavo che a più riprese hanno interessato il territorio di Oria, studiato da ricercatori provenienti da ogni parte del mondo.
Molti reperti, peraltro, sono conservati nel museo di Taranto. L'Amministrazione Comunale, però, da qualche anno ha aperto il Centro di Documentazione messapica dove è possibile ammirare un'area archeologica tra le più importanti del territorio venuta alla luce durante i lavori di rifacimento del piazzale antistante la Basilica Cattedrale.
Il museo raccoglie reperti rinvenuti dal 1950 ad oggi, offrendo una vasta panoramica della fiorente civiltà messapica attraverso oltre trecento "pezzi" riconducibili fino all'età imperiale romana. Si tratta soprattutto di corredi funebri, ma non mancano reperti di altra natura. Sono frutto delle campagne di scavo avviate, talvolta casualmente, in via Dragonetti Bonifacio, viale Regina Margherita, via Pascoli e via Erodoto.
Nel 1968 vennero alla luce anche due sepolture di età ellenistica mentre nel 1970, in via Frascata, fu rinvenuto un complesso con sette tombe e con un ricco corredo funerario inquadrabile cronologicamente alla metà del IV secolo a. C.
Ovviamente, nel Centro di documentazione messapica si possono ammirare anche i reperti rinvenuti sotto la Basilica che, secondo gli esperti, risalgono tra la seconda metà del VI al IV secolo a. C., con un'ampia campionatura di ceramica d'importazione.
Le campagne di scavo, condotte dall'Università di Lecce e dall'Università di Amsterdam, con la collaborazione e il coordinamento della Soprintendenza, hanno anche portato alla scoperta di un tratto della cinta muraria dell'acropoli. L'ultima grande campagna di scavo ha riguardato via Erodoto, nella zona posta alle spalle del Municipio, dove doveva sorgere una caserma dei carabinieri.
Casualmente, durante i lavori, furono scoperte strutture che si collocano dall'età arcaica a quella imperiale romana con un uso diverso a seconda dei periodi.